TRENTINO 14.8.2013

 
L'articolo a cura della giornalista Elisa Salvi del Trentino, parla della mia partecipazione alla Trienala Ladina.

IL "GUANT" DI RIZ DIVENTA ARTE 
Canazei, le sue opere scelte da una giuria di esperti per la Triennale Ladina

Incassa un altro successo Manuel Riz di Canazei. Dopo il recente terzo posto alla “Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte” di Tolentino (selezionato tra 900 artisti), ora espone alla Triennale Ladina, inaugurata il 19 luglio al Museum Ladin Castel de Tor di S. Martino in Badia. Come per Tolentino, le opere di Riz sono state scelte con quelle di altri sei artisti, tra numerosi pittori e scultori ladini (o che hanno a che fare con la ladinità), da una prestigiosa giuria d'esperti, fra cui Adam Budak (dell’Hirshhorn Museum & Sculpture Garden di Washington) e Alfredo Cramerotti (delle Mostyn Galleries di Wales, curatore di alcuni padiglioni della Biennale di Venezia 2013). Riz alla Triennale, aperta fino al 31 ottobre, presenta il ciclo di stancil “Ladin fashion”.
Tre pannelli, dal titolo “Super Chiena” si trovano all’interno dell’esposizione, mentre i due “Marascons” (maschere tipiche dai curiosi tratti dei volti; altezza 180 cm) sono applicati sulle pareti esterne d’un fienile accanto al museo e, infine, “Jurassic Ladins” (due dinosauri in abito tradizionale; altezza 200 cm) su una parete esterna della sede museale. Le opere rappresentano l’interpretazione di Riz sull’uso del “guant”, veste tradizionale. «Oggi nelle valli ladine - spiega Riz - col “guant” s’afferma la propria “jurassica” identità, ma spesso la si spettacolarizza per finalità turistiche, specie nelle innumerevoli feste folk». Tutto ciò, per Riz, è una sorta di escamotage superficiale della popolazione locale per distinguersi dagli ospiti. «L’indigeno - sostiene Riz - che probabilmente per il resto dell’anno veste gli stessi abiti (imposti dalla moda) del turista spettatore, indossando il costume tipico si trasforma in “ladino vero”. Per un giorno diventa “attore della ladinità” da fotografare e filmare, come le star del cinema sul tappeto rosso». L’abito sembrerebbe, quindi, fare il monaco per Riz, che sottolinea: «Il nativo ladino, così, è quasi un supereroe dei fumetti, che nella vita è una persona fra tante, ma quando s’infila il suo costume si distingue dalla massa con un’immagine diversa, di riferimento. Forse, inconsapevolmente, per le popolazioni delle vallate attorno al Sella, questo è l’unico modo, nella società frettolosa contemporanea, per fermare, anche solo con un “click”, la propria storia millenaria e farla passare alle generazioni future come “autentica tradizione” d’inizio secondo millennio».