TRIENALA LADINA 2013

 
La Trienala Ladina è un concorso d'arte che si svolge ogni tre anni presso il Museum Ladin a San Martin de Tor in Val Badia (BZ),  riservato a tutti gli artisti che risiedono nelle cinque valli ladine di Fassa, Badia, Livinallongo, Anpezzo, Gardena, nel Cantone dei Grigioni e Friuli, o tutti gli artisti che hanno un particolare legame con la storia, cultura o tradizioni ladine.
La giuria che ha selezionato i lavori per questa Trienala era composta dal curatore Alfredo Cramerotti (Mostyn, Wales), Adam Budak (Hirschhorn Museum, Washington DC), Frida Carazzato (Museion, Bolzano), Rainer Fuchs (Mumok, Vienna), Gunther Moschig (Freier Kurator, Tirol), Gehard Demetz (artista, Selva).


Il ciclo di stencil LADINS FASHION che ho proposto alla Trienala Ladina 2013, parte da una mia riflessione su come al giorno d’oggi nelle valli ladine l’utilizzo del vestito tradizionale abbia acquisito una doppia funzionalità: da un lato è un modo per affermare la propria “jurassica” identità, ma allo stesso momento spettacolarizzandola ad uso turistico nelle innumerevoli “sfilate tradizionali” estive.
In questo modo la popolazione locale presenta per alcune ore la propria ladinità alle migliaia di villeggianti che affollano le strade, così l’indigeno, che molto probabilmente per il resto dell’anno veste gli stessi abiti (imposti dalla moda globalizzata) del turista spettatore, indossando il costume tipico si trasforma in ladino vero per un giorno divenendo “attore della ladinità” da fotografare e filmare, come le grandi star del cinema sul tappeto rosso.
Così il nativo ladino diventa come il supereroe dei fumetti, che nella vita è una persona normale fra tante, ma solo nel momento in cui indossa il suo costume viene identificato dalla massa come immagine di riferimento diversa dalle altre.
Forse, inconsapevolmente, per le popolazioni delle vallate intorno al gruppo del Sella, questo è l’unico modo nella società frettolosa contemporanea, per fermare anche solo con un “click”, la propria storia millenaria e farla passare alle generazioni future come “autentica tradizione” di inizio del secondo millennio.

 
 

"L'identità culturale non è mai una cosa fissa cambia a seconda dello spazio, del tempo e anche dei flussi esterni e interni di una determinata comunità, nazione o civiltà. Il lavoro di Riz è incentrato su quella che è la caotica creazione di un'identità e il suo successivo cristallizzarsi in forme che possono essere molto distanti dal loro punto di origine. 
L'importante non è il fatto di riconoscersi in una specifica identità, ma realizzare che qualsiasi aspetto identitario è diverso a seconda della posizione da cui lo si consideri."
Alfredo Cramerotti